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I SETTIMANA
Power point sulla biografia del grande artista italiano.
DE CURTIS, Antonio (detto Totò). - Nacque a Napoli il 15 febbr. 1898, nel popolare rione Sanità. La madre, Anna Clemente, era nubile (lo crebbe assieme alla nonna), e tirava avanti con lavori saltuari; il padre sarebbe stato Giuseppe De Curtis, agente teatrale di stirpe nobile (era marchese), che sposerà comunque Anna Clemente nel 1921, trasferendosi con lei a Roma e riconoscendo il figlio. L'infanzia fu quella dei ragazzi dei vicoli napoletani: vita di strada, piccoli lavoretti provvisori, poca scuola. Per qualche tempo però fu ospite del collegio Cimino, uscendone prima della licenza ginnasiale; fu nel collegio che un istitutore lo colpì involontariamente rompendogli il setto nasale e così deformandogli le fattezze del volto.
http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-de-curtis_%28Dizionario-Biografico%29/
II SETTIMANA
filmografia. Visione di Alcuni spezzoni di film. Sterotipi sugli italiani
Nei vent'anni fino alla morte, il D. lavorò incessantemente per il cinema, per lo più in questo tipo di film e in ruoli assai simili. Vi furono tuttavia alcune eccezioni. Se Totò cerca casa trasformava in farsa uno spunto tipico del cinema neorealista, e se in Yvonne la Nuit (1949, di Giuseppe Amato) il suo personaggio si era già fatto più patetico che comico, in Napoli milionaria (1950) egli fu al fianco di Eduardo De Filippo nell'adattamento cinematografico che questi diresse della sua celebre commedia sugli effetti della guerra a Napoli; in Guardie e ladri (1951, di Steno e Monicelli), fu un eccellente "ladro" contrapposto alla "guardia" Fabrizi in una commedia dolce-amara di impronta nettamente neorealista; in Totò e Carolina (1953, degli stessi registi, su soggetto di Ennio Flaiano) un umanissimo carabiniere incaricato di riportare al paese una giovane prostituta, e in Dov'è la libertà? (1952, di Roberto Rossellini) un carcerato che, liberato, scopriva l'orrore della vita quotidiana nella Roma postbellica e tornava in carcere con una evasione alla rovescia. Il suo film di maggiore successo fu però, in quegli anni, Totò a colori (1952, di Steno), primo film italiano girato a colori, che altro non era che un'antologia di suoi famosi sketches teatrali. In 47 morto che parla (1950, di Bragaglia), si era cimentato con Petrolini e Molière (L'avaro); in Totò e i re di Roma (1952, di Steno e Monicelli), con due racconti di Cechov; in L'uomo, la bestia e la virtù (1953, di Steno) e nell'episodio La patente del film Questa è la vita (1954, di Luigi Zampa), con Pirandello; in Sette ore di guai (1951, di Metz e Marchesi) e nei tre film di Mattoli Un turco napoletano, Miseria e nobiltà e Il medico dei pazzi (1953-54), con il già frequentato Scarpetta. Ma anche questi soggetti erano piegati alle necessità della sua maschera, e ne derivavano a volte alcune inedite stridenze.
L'interpretazione più lodata del periodo resta, assieme a quella in Guardie e ladri, quella del "pazzariello" in L'oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica, su soggetto di Giuseppe Marotta adattato da Zavattini. La critica, che disprezzò in genere il Totò maschera "volgare" più amato dal pubblico, lo apprezzò invece quando fu più "personaggio" e più "umano". La sua "filosofia" il D. la espresse peraltro in Siamo uomini o caporali? (1955, di Camillo Mastrocinque), che firmò come autore del soggetto. In questo "chapliniano" resoconto delle disgrazie di un italiano prima durante e dopo la guerra, le realtà umane si essenzializzano nella contrapposizione tra "uomini" e "caporali", tra vittime e prepotenti, i quali ultimi (incarnati tutti da Paolo Stoppa), si presentavano volta a volta nelle vesti di un milite fascista, il direttore di un Lager, un ufficiale americano, un direttore di giornale, un industriale. Che questa primaria distinzione e "filosofia" fosse per il D. radicato convincimento lo dimostra la sua presenza al fondo di sue espressioni meno legate al mestiere d'attore, come in alcune poesie dialettali ('A livella), o in alcune canzoni - qui, soprattutto in rapporto alle donne (Malafemmina) - o nel volume autobiografico Siamo uomini o caporali? (Roma 1952, scritto in collaborazione con A. Ferraù ed E. Passarelli), che precedette l'omonimo film.
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III SETTIMANA
Lettura e sintesi articolo sul gran Tour e sul documnetario sull'Italia. Rispondere al questionario.
grand tour Giro delle principali città e zone d’interesse artistico e culturale europee, considerato, nei sec. 18° e 19°, parte essenziale dell’educazione di giovani di buona famiglia. Originariamente effettuato dai giovani dell’aristocrazia britannica, sin dal 17° sec., si estese poi anche ai giovani di altri paesi europei. Meta fondamentale del viaggio era l’Italia, con le sue città d’arte, e specie
Roma , con i suoi resti archeologici e le sue collezioni d’arte e antiquariato. Al g. è legata l’attività di artisti, italiani e stranieri, come guide o intermediari per acquisto di opere e oggetti d’arte, e soprattutto per l’esecuzione di ritratti o di vedute e paesaggi italiani.http://www.treccani.it/enciclopedia/grand-tour/
IV SETTIMANA
Visione breve video sul Gran Tour. Tradizioni italiane: feste padronali. Lettura e sintesi dell'artico.
Numerose le feste patronali che si tengono nell’Altosalento, ogni comune festeggia il suo santo o i suoi santi protettori: A Ostuni Sant’Oronzo, a Carovigno la Madonna del Belvedere, a San Vito vengono festeggiati San Vito e San Vincenzo, a San Michele viene onorato San Michele, a Ceglie San Rocco, Sant’Anna e Sant’Antonio.
Queste manifestazioni pur presentando alcune peculiarità, che le distinguono le une dalle altre, presentano dei caratteri comuni come la processione con il santo che viene portato a spalla per le vie del paese e i fragorosi botti che vengono sparati in onore del Santo prima dell’inizio della processione per annunciarne l’inizio. Gli spettacoli pirotecnici chiudono spesso la fine della processione, ma i grandi fuochi pirotecnici chiudono le festività e si svolgono a notte inoltrata l’ultimo giorno di festa in onore del santo.
La festa dura dai due ai quattro giorni, le strade del centro sono addobbate con le luminarie che sono delle vere e proprie architetture di luci, numerose le bancarelle e in piazza immancabile la “cassa armonica” dove si esibiscono una o più bande musicali operistiche che si contendono a suon di musica lirico-sinfonica gli applausi del pubblico.
La tradizione bandistica è molto sentita a Ceglie, che ha addirittura due concerti bandistici che si esibiscono in tutto il meridione; non a caso Ceglie annovera fra i suoi istituti di scuola superiore anche un Istituto musicale.
V SETTIMANA
Lettura su S. Antonio di Padova e la sua popolarità. Visione i alcune sequenze del film "La lingua del Santo".
ANTONIO di Padova, santo. - Fu così chiamato dalla città dove morì e dove riposano le sue reliquie, nella magnifica e celebre basilica; ma egli nacque a Lisbona, il 1195, e fu battezzato col nome di Fernando. La leggenda cosparse di fiori il suo cammino fin dalla culla, fregiata - a quanto si disse - dello stemma dei Bouillon, glorioso per Goffredo. Però è vera sua grandezza l'eminente virtù di asceta, l'alta sapienza di dottore, l'impareggiabile zelo di apostolo e la mondiale fama di taumaturgo. Oggi soprattutto egli è "il santo dei miracoli" e il suo Liber miraculorum sembra il più letto, nonostante che il fervido discepolo di S. Francesco tenesse costantemente aperto il vangelo nelle sue predicazioni, come poi nell'iconografia.
http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-di-padova-santo_%28Enciclopedia-Italiana%29/
VI SETTIMANA
- Visione di alcune sequenze del film. Scrivere una lettera di riscatto. L'esistenza tranquilla di Antonio e Willy, due padovani quarantenni che passano le giornate ad osservare il mondo seduti al bar Antille, viene sconvolta da un incredibile gioco del destino. Un'occasione fortuita ma anche imperdibile per cercare di dimostrare agli altri quanto valgono: per sbaglio entrano in possesso della preziosa reliquia di S. Antonio. Nessuno, fra gli amici del bar, direbbe che sono Antonio e Willy quelli su cui i giornali fantasticano. Dopo qualche esitazione sul da farsi, i due amici decidono di chiedere un riscatto per la reliquia niente meno che al Papa.
VII SETTIMANA
- Fine visione del film. Discussione sui temi principali. Religione, amicizia, amore. Antonio e Willy (Antonio Albanese e Fabrizio Bentivoglio), due amici quasi quarantenni, frequentano lo stesso bar, il più economico di tutta Padova, ma hanno notizie molto diverse. Antonio, ex giocatore di rugby, vive senza un lavoro fisso e non ha idee molto chiare sul suo futuro. Willy, rappresentante di cancelleria, getta al vento il suo lavoro: all'improvviso, non si sa per quale motivo, perde la voglia di darsi da fare, impegnarsi, e anche la moglie Patrizia lo lascia. I due amici vivono alla giornata, con piccoli furti, fino a quando fanno un colpo surreale: entrare nella basilica di Sant'Antonio e portare via la reliquia del santo. Quando si rendono conto del valore di quanto hanno preso decidono di chiedere un riscatto direttamente al Papa. Al di là della storia, il regista Carlo Mazzacurati descrive l'Italia di oggi e in particolare il nord-est con tono malinconico e, nonostante la trama, non irriverente.
VIII SETTIMANA
Visione breve sequenza del film "Il pianista sull'oceano". Lettura articolo sull'emigrazione degli italiani in America
Tornatóre, Giuseppe. - Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano (n. Bagheria 1956). Si è occupato di fotografia, è stato regista teatrale e televisivo e autore di documentari prima di approdare al cinema con Il camorrista (1986). Con il film successivo, Nuovo cinema Paradiso (1988, premio Oscar), ha ottenuto notevoli riconoscimenti dal pubblico e dalla critica internazionali. L'analisi delle vicende sentimentali dei suoi personaggi e il senso di nostalgia nei confronti di epoche passate hanno spesso caratterizzato la sua opera: Stanno tutti bene (1990), l'episodio Il cane blu del film collettivo La domenica specialmente (1991), L'uomo delle stelle (1995). Ha poi diretto il giallo psicologico Una pura formalità (1994), La leggenda del pianista sull'oceano (1998), melodramma di grandi ambizioni ispirato al monologo Novecento di A. Baricco, Malèna (2000), La sconosciuta (2006), Baarìa (2009), racconto delle vicende di tre generazioni di una famiglia siciliana sullo sfondo della storia italiana del Novecento, il documentario L'ultimo Gattopardo.
http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-tornatore/
IX SETTIMANA
Riassumere contenuto dell'articolo. Lessico nuovo. Confronto interculturale. L’emigrazione italiana è stato uno dei fenomeni fondanti della storia d’Italia, anche altre nazioni hanno conosciuto dei fenomeni migratori, ma nessuno di essi ha conosciuto un’emigrazione così estesa, distribuita in un arco di tempo così ampio e così variegata per destinazioni,zone di provenienza e categorie sociali.
Gli italiani sono sempre stati un popolo di viaggiatori, ma è stata l’età contemporanea a toccare il picco più alto.
Questo fenomeno è infatti durato quasi un secolo, dal 1876 al 1970, tanto da diventare uno degli elementi costitutivi dell’Italia unita.
X SETTIMANA
Lezione finalizzata al riutilizzo del lessico specifico. Comporre frasi. Correzione in classe. Ricostruire la cronologia dell'emigrazione in Italia.
Il progetto di arricchimento lessicale ha l'obiettivo di sviluppare tanto le competenze lessicali tramite esercitazioni mirate, quanto l'abitudine all'uso del dizionario, strumento essenziale per un processo di incremento delle competenze linguistiche.
XI SETTIMANA
Gioco di ruolo. Divisione della classe in due gruppi. Distribuzione di frasi con affermazioni pro e contro l'immigrazione. I gruppi si confrontano e discutono sulle affermazioni.
emigrazione e immigrazione
Alla ricerca di una vita migliore
Nel corso delle sua storia la specie umana è riuscita non solo a sopravvivere, ma anche a moltiplicarsi, grazie alla sua capacità di modificare l'ambiente in cui viveva per aumentarne le risorse. Quando questo non era possibile, oppure quando la sopravvivenza era messa in pericolo da catastrofi ambientali, carestie e guerre, l'uomo è stato in grado, spostandosi, di trovare altrove condizioni di vita più favorevoli. L'umanità, dunque, non diversamente da tante specie animali, è migrante per natura. Nei secoli passati la spinta più forte a emigrare veniva dalla frequente rottura dell'equilibrio tra dimensione demografica e capacità della terra di fornire il necessario sostentamento. Oggi invece i movimenti migratori hanno cause molto più complesse.
http://www.treccani.it/enciclopedia/emigrazione-e-immigrazione_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/
XII SETTIMANA
Sintesi delle informazioni raccolte e discussione sul fenomeno dell'emigrazione oggi
emigrazione e immigrazione
Alla ricerca di una vita migliore
Nel corso delle sua storia la specie umana è riuscita non solo a sopravvivere, ma anche a moltiplicarsi, grazie alla sua capacità di modificare l'ambiente in cui viveva per aumentarne le risorse. Quando questo non era possibile, oppure quando la sopravvivenza era messa in pericolo da catastrofi ambientali, carestie e guerre, l'uomo è stato in grado, spostandosi, di trovare altrove condizioni di vita più favorevoli. L'umanità, dunque, non diversamente da tante specie animali, è migrante per natura. Nei secoli passati la spinta più forte a emigrare veniva dalla frequente rottura dell'equilibrio tra dimensione demografica e capacità della terra di fornire il necessario sostentamento. Oggi invece i movimenti migratori hanno cause molto più complesse.
http://www.treccani.it/enciclopedia/emigrazione-e-immigrazione_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/
XIII SETTIMANA
Ascolto della canzone "il congiuntivo". Analisi del testo. L'ironia nel testo. Analisi sugli usi del congiuntivo.
Che io sia
Oggigiorno chi corteggia
che io fossi
che io sia stato
oh-oh-oh
incontra sempre più difficoltà
coi verbi al congiuntivo
Quindi è tempo di riaprire
il manuale di grammatica
che è, molto educativo
Gerundio imperativo
e infinito indicativo
molti tempi e molte coniugazioni ma...
Il congiuntivo ha un ruolo distintivo
e si usa per eventi
che non sono reali
E' relativo a ciò che è soggettivo
a differenza di altri modi verbali
E adesso che lo sai anche tu
non lo sbagli più
Nel caso che il periodo sia della tipologia dell'irrealtà (si sa)
ci vuole il congiuntivo
Tipo se tu avessi usato
il congiuntivo trapassato
con lei non sarebbe andata poi male
condizionale
segui la consecutio temporum
Il congiuntivo ha un ruolo distintivo
e si usa per eventi
che non sono reali
E' relativo a ciò che è soggettivo
a differenza di altri modi verbali
E adesso ripassiamo un po' di verbi al congiuntivo
che io sia (presente)
che io fossi (imperfetto)
che io sia stato (passato)
che fossi stato (trapassato)
che io abbia (presente)
che io avessi (imperfetto)
che abbia avuto (passato)
che avessi avuto (trapassato)
che io... sarei
Il congiuntivo
come ti dicevo
si usa in questo tipo di costrutto sintattico
Dubitativo e quasi riflessivo
descritto dal seguente esempio didattico
E adesso che lo sai anche tu
non lo sbagli più
XIV SETTIMANA
Esercizi di fissazione sul congiuntivo. L'uso del congiuntivo in Italia ogggi: quando è necessario e quando no.
Lorenzo Baglioni è un ragazzo di trent’anni che dopo una laurea e un dottorato in matematica, si è dato a quello che potremmo definire il mondo dell’arte. Oltre a calcare i palchi teatrali di alcune città d’Italia, Lorenzo si è dato anche alla via del canto. Ed è seguendo questa strada e armato di sorrisi, che il video della sua “Il Congiuntivo”, da qualche mese in rete, vuole spronare i ragazzi una volta per tutte a un corretto uso del congiuntivo. Insieme ai suoi “Studenti per caso”, ieri sera ha varcato il palco dell’Ariston con una buona dose di simpatia e umorismo.