Topic outline
SETTIMANA I
In questa lezione si parla delle opere di Dante come Le Rime, La Divini Commedia con tutte tre parti.
Rime Vita Nova Convivio De vulgari eloquentia Monarchia Epistole
Egloghe Il fiore Detto d’Amore Quaestio de aqua et terra
SETTIMANA II
Lettura delle Rime di Dante con introduzione di Piero Cudini che e' critico letterario.
-Immaginare un'abitudine e istituire un ordine
-Valori e funzioni dell"io": " Tre donne", "la tenzone del duol d'Amore", "il rapporto col realismo delle petrose"
-La ricerca di linguaggio
SETTIMANA III
La Vita nuova inizia come se fosse un diario, il diario di un giovane che ripercorre le tappe dell’ esperienza fondamentale della sua vita : l’amore. Il titolo del libro Vita nuova è spiegato dal poeta nel primo capitolo. Inutile dire che la vita nova inizia quando Dante incontra Beatrice e se ne innamora; nei due successivi capitoli Dante racconta del suo primo e secondo incontro con Beatrice, avvenuti rispettivamente all’età di nove e diciotto anni.
SETTIMANA IV
Il De Monarchia è scritto in latino – quindi rivolto a un pubblico di dotti. È stato composto nel periodo della discesa in Italia dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo (1310 – 1313), che suscitò in Dante l’illusione di una restaurazione dell’impero universale.
SETTIMANA V
Divina Commedia- Inferno
I° Canto dell'Inferno. Il primo canto serve da proemio a tutto il poema e come tale ha il compito di descrive cosa avverrà all’interno del componimento. Il proemio parla del viaggio oltremondano che Dante dovrà affrontare, anche se esso si presenta più come una visione che come un racconto drammatico-fantastico.
SETTIMANA VI
- Il Canto V dell'Inferno rappresenta un primo importante passaggio culturale dal momento che in esso Dante -trattando il peccato della lussuria- discute del significato dell’amore cortese e della funzione etico-socio-culturale della letteratura di cui egli stesso sa di essere un protagonista.
SETTIMANA VII
- Ancora nel III girone del VII Cerchio, dove sono puniti i violenti contro Dio (tra cui gli usurai). Apparizione del demonio Gerione. Dante visita gli usurai, tra cui c'è Reginaldo Scrovegni. Gerione porta Dante e Virgilio sulla groppa e li depone al fondo dell'alto burrato, nell'VIII Cerchio (Malebolge).
SETTIMANA VIII
Il primo canto della seconda cantica della Commedia svolge sicuramente un ruolo fondamentale per il cammino del protagonista; uscito dale profondità infernali e giunto su una spiaggia che permette l'accesso ad un alto monte, Dante si confronta d'ora in poi con un realtà completamente diversa dalla precedente, e con una nuova tappa del suo percorso verso la beatitudine celeste.
SETTIMANA IX
All’inizio del sesto canto del Purgatorio, Dante e Virgilio sono ancora nell’Antipurgatorio, diretti verso la Porta che introduce alle sette cornici vere e proprie; qui i due pellegrini incontrano le anime che stanno espiando una loro peculiare negligenza in vita, prima di accedere al monte. Ai vv. 1-24 le anime dei morti violentemente si affollano attorno al poeta e, riconoscendolo come vivente, gli chiedono di ricordarle nelle preghiere sulla Terra, così da ridurre il loro periodo di attesa. Segue poi l’incontro con Sordello, e lo sviluppo della tematica politica, come caratteristico dei sesti canti (si vedano quello di Ciacco e quello di Giustiniano).
SETTIMANA X
Parafrasi del Canto XI del Purgatorio – Prima cornice del Purgatorio, lungo la quale si muovono le anime di coloro che furono superbi in vita: sono ora oppressi da un masso e costretti quindi a tenere il viso a terra. Dante incontra Omberto degli Aldobrandeschi, Oderisi da Gubbio, che predice il futuro esilio del poeta, e quindi Provenzano Salvani.
SETTIMANA XI
Dante dice di essere stato nell'Empireo, dove maggiormente rifulge la gloria di Dio, e di aver visto cose che non sa, né può ridire, perché l'intelletto, appressandosi a Dio, vi s'immerge tanto che la memoria non lo può seguire. Pertanto dirà solo quel poco che ricorda.
All'ardua materia del suo canto non sono più sufficienti le Muse, invoca quindi il loro duce, Apollo, perché l'aiuti a compiere opera tale, che 424g63e gli meriti la corona di alloro.
Il sole, che si trovava nella costellazione dell'Ariete, nel Purgatorio risplendeva in pieno mezzogiorno e Dante, vedendo Beatrice intenta a fissare l'astro, la imita, e dopo un po' gli sembrò che il cielo fosse adorno d'un altro sole. Fissa allora i suoi occhi in quelli di Beatrice, e si sente subito trasumanare, quasi come Glauco che gustando una certa erba si sentì trasformare in dio marino. Ascolta poi l'armonia delle sfere celesti e gli sembra di trovarsi in un lago di fuoco. Beatrice s'accorge del suo desiderio di conoscere la ragione di quel suono e di quella luce e gli dice: "Tu non ti trovi più in terra, ma stai salendo verso il cielo con la velocità della folgore". A questo punto Dante viene preso da un nuovo dubbio: come può egli, corpo pesante, attraversare corpi leggeri, quali l'aria e il fuoco?
Beatrice spiega: Nell'ordine mirabile, che Iddio ha dato all'universo, tutte le cose create sono disposte rispetto al loro ultimo fine in condizione diversa, essendo alcune più, altre meno vicine a Dio, e si muovono ai loro fini secondo l'istinto, che le guida. In grazia di questo istinto il fuoco tende in alto, gli animali bruti agiscono, la terra occupa il centro del mondo e gli Angeli e gli uomini si sentono attratti dal loro istinto. L'anima umana tende quindi all'Empireo, sede di Dio e solo per il libero arbitrio può dirigersi al male, confuso però come bene. Ora Dante è purificato, libero da ogni colpa, nessuna meraviglia che salga al cielo, meraviglia sarebbe il contrario.
Detto ciò Beatrice "rivolse inver lo cielo il viso".
SETTIMANA XII
Il canto undicesimo del Paradiso di Dante Alighieri si svolge nel cielo del Sole, ove risiedono gli spiriti sapienti; siamo alla sera del 13 aprile 1300, o secondo altri commentatori del 30 marzo 1300.
Questo canto è speculare al successivo, in quanto entrambi parlano di un ordine religioso lodandolo alle sue origini e lamentando la sua decadenza presente: qui è Tommaso d'Aquino, frate dell'ordine domenicano, che descrive prima la vita di Francesco d'Assisi fondatore dell'ordine francescano, poi la decadenza dell'ordine domenicano al quale è appartenuto: nel canto successivo avverrà l'opposto nelle parole di Bonaventura da Bagnoregio.
SETTIMANA XIII
L’ultimo canto del Paradiso e dell’intera Commedia non può che rappresentare il culmine dell’esperienza trascendente del personaggio-Dante e il vertice della sua poesia. Il canto, che celebra la gloria della Trinità divina e il mistero dell’Incarnazione, tematizza anche, al massimo grado, lo sforzo dell’arte dantesca di adeguarsi, stilisticamente e contenutisticamente, per spiegare a dei mortali (quali siamo noi lettori di Dante) ciò che è impossibile descrivere: la visione finale - quasi a mo’ di folgorazione istantanea - del creatore dell’universo. Il canto è complessivamente diviso in due grandi parti: la prima (vv. 1-45) prosegue quanto detto nel precedente, con la preghiera di San Bernardo alla Vergine; la seconda (vv. 46-145) si addentra nel mistero divino che Maria ha concesso al pellegrino di poter contemplare.
SETTIMANA XIV
Ripasso generale delle opere di Dante.